Il disegno raffigura Cristo sulla sinistra Ponzio Pilato che si lava le mani sancendo in tal modo la condanna a morte di Cristo, visibile sulla destra mentre viene già portato via dai soldati per essere condotto al Calvario.
Il disegno, opera di Augusto Tominz raffigurante Gesù condannato a morte, è lo studio preparatorio per la I stazione della Via Crucis della Chiesa di Sant'Antonio Taumaturgo (vulgo Sant'Antonio Nuovo) a Trieste, ciclo eseguito oltre che dal Tominz anche da Domenico Acquaroli (1817-1880), Francesco Guerrini (1818-1873) e Giovanni Polli (1826-1861). Alcuni documenti resi noti di recente (Nodari 2007) hanno chiarito come il ciclo della Via Crucis fu portato a termine tra il 1860 e il 1863 e non nel 1852-1855, come supposto in precedenza. Infatti come attesta un documento conservato nell'Archivio parrocchiale della Chiesa (cfr. Nodari 2007, appendice documentaria n. 2), nel novembre 1857 il parroco Mattia Galant indisse una raccolta di offerte tra i fedeli della parrocchia per poter realizzare la Via Crucis e le donazioni che si susseguirono dall'aprile 1858 al maggio 1863 permisero di portare a termine l'impresa. Come attesta un articolo comparso sul giornale triestino "Il Diavoletto" del 18 novembre 1860 (cfr. Nodari 2007, appendice documentaria n. 1) la prima stazione portata a termine fu la IV con la Salita al Calvario, eseguita da Augusto Tominz che appose la sigla AT e la data 1860. Tutti gli altri 13 episodi furono terminati entro il 30 marzo 1863, giorno in cui il nuovo parroco di Sant'Antonio Nuovo, Antonio Hrevatin, scrisse una lettera all'Ufficio Vescovile nella quale chiedeva il permesso di far benedire la Via Crucis appena conclusa al frate francescano Mansuet Smajdek, fissando la celebrazione per la domenica 3 maggio 1863, giorno in cui ricorreva la festa del ritrovamento della Vera Croce (cfr. Nodari 2007, appendice documentaria n. 3). Oltre alla Statio IV Tominz dipinse anche le stazioni II, VIII e appunto la I, come attesta questo disegno che è uno studio preparatorio per l'intera composizione condotto a solo contorno senza la definizione dei chiaroscuri, tecnica questa ereditata dal padre Giuseppe. Il foglio in esame nella struttura compositiva rispecchia quasi in toto la versione finale su tela (cfr. Nodari 2007, fig. 17 a p. 29), nella quale Augusto introdurrà solo alcune leggere varianti nelle architetture dello sfondo e in primo piano a destra con l'eliminazione del basamento marmoreo.
Nodari F., Augusto Tominz. Disegni dalle collezioni dei Civici musei di storia ed arte di Trieste, Trieste 2007