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in basso a destra: Judd '72
sui lati del parallelepipedo: 5'/ 5'/ 3'
in basso a sinistra: PLYWOOD 1/2 OR 3/4
retro, in alto a sinistra, etichetta: RENTAL GALLERY BALTIMORA MUSEUM OF ART/ [...] Castelli/ ARTIST NAME Don Judd/ TITLE Untitled 1922/ [...] pencil/paper
retro, in alto al centro, etichetta: LEO CASTELLI 4 East 77th New York 10021/ DONALD JUDD/ UNTITLED 1972/ pencil on paper/ 19 [...] 1/2 24 1/4/ [...]33
retro, al centro, etichetta: The 7 SANTINI BROTHERS/ 39/ MOVING-STORAGE-SHIPPING-PACKING
retro, in basso al centro, etichetta: New York University/ Grey Art Gallery and Study Center/ NYU Arte Collection/ 100 Washington Square East, New York, N. Y. 1003/ PROJECT REBUILD/ 11 AUGUST - 27 AUGUST, 1976/ Donald Judd/ Untitled, 1972
Disegno prospettico di parallelepipedo.
Si tratta di un disegno per il progetto di una “Floor Box” ovvero una “scatola a pavimento” facente parte di una serie che Judd comincia a realizzare dal 1964. Questa serie, insieme a “Stacks” (piccole scatole appese a parete con andamento verticale a formare una specie di colonna) e a “Progressions” (opere a muro con andamento orizzontale), comprende pertanto oggetti realizzati con dimensioni e materiali differenti che egli stesso definisce “Specific Objects”. Sono forme geometriche tridimensionali semplici e ripetute che l’artista utilizza per indagare l’uso e la percezione dello spazio. Al fine di crearle materialmente, il disegno assume un’importanza basilare in quanto idea creativa dell’autore che poi si concretizzerà nella messa in opera da parte di altri professionisti. Per questo motivo nel disegno della collezione FRIAM notiamo accanto ai lati disegnati della scatola le misure e l’annotazione del materiale, in modo da fornire indicazioni precise a coloro che poi si occuperanno della realizzazione. Donald Judd si forma presso il College of William and Mary in Virginia per poi trasferirsi a New York per studiare filosofia. Nei primi anni ’60 abbandona la pittura per la tridimensionalità coniugata a una semplificazione delle forme a cui affida a terzi la realizzazione dei suoi lavori. Eliminando ogni traccia di autorialità, per l’artista oggetto e spazio hanno uguale valore. Comincia così la produzione di ‘oggetti specifici’, che è anche il titolo di un famoso articolo di Judd del 1965 che, assieme agli scritti di Robert Morris e alla mostra ‘Strutture Primarie’ presso il Jewish Museum del1966 curata da Kynaston McShine, costituisce le fondamenta del movimento minimalista.
Gastaldon G., Donald Judd, in Casa Cavazzini - Le collezioni del Museo d'Arte Moderna e Contemporanea di Udine, Udine 2018
Gransinigh V., Storie di collezioni e di un museo., in Casa Cavazzini - Le collezioni del Museo d'Arte Moderna e Contemporanea di Udine, Udine 2018
Gransinigh V., Casa Cavazzini. Guida al museo d'arte contemporanea, Udine 2017
Gransinigh V., La donazione FRIAM: arte e solidarietà internazionale nel Friuli del posterremoto, in Memorie. Arte, immagini e parole del terremoto in Friuli. Catalogo della mostra a cura di A. Azzollini e A. Giusa, Villa Manin di Passariano, Udine, 21 aprile-3 luglio 1916, Milano 2016
Brezigar I., Arte americana della collezione FRIAM, in Memorie. Arte, immagini e parole del terremoto in Friuli, Milano 2016
Belloni F., Friuli 1976: la collezione d'arte americana FRIAM, in Palinsesti. Sismologie Repertorio Intro/Extra Moenia. Catalogo della mostra cura di A. Del Puppo, San Vito al Tagliamento, 30 settembre-28 ottobre 2006, Ginevra-Milano 2006
Reale I., Galleria d'Arte Moderna di Udine. Guide Artistiche Electa, Milano 1997
Quargnal E./ Orlandini Volpi M., Arte americana contemporanea. Udine, Sala Ajace, 20 settembre - 16 novembre 1980, Udine 1980