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Il disegno fu esposto la prima volta nel 1954 alla mostra curata da Palma Bucarelli alla Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma. Il disegno è il veicolo espressivo privilegiato della produzione breve ma intensa di Scipione, caratterizzato da un tratto sottile e nervoso e da uno stile molto personale. In questo disegno il segno della penna si ispessisce quasi a raggiungere un effetto "gouache", secondo una tendenza tipica a fare macchia, che sottolinea l'effetto drammatico dell'immagine. L'opera si inserisce in un complesso gruppo di studi con scene affollate di figure allungate di matrice manierista, ispirate alla pittura visionaria di El Greco, composto sia da disegni che da dipinti, derivante dalla lettura dell'Apocalisse di San Giovanni Apostolo, lettura affine al misticismo drammatico e al senso della morte che accompagna la vicenda esistenziale di Scipione. In particolare il disegno è molto vicino all'olio su tavola con Apocalisse, conservato al Museo Civico di Torino e databile al 1930, datazione che perciò viene proposta anche per il foglio udinese.
Bergamini G./ Reale I., La Collezione Astaldi Capolavori italiani del Novecento, Milano 1998
Benzi F./ Mascelloni E./ Lambarelli R., Le Scuole romane Sviluppi e continuità 1927-1988, Milano 1988
Appella G./ Mazzenga C./ Trombadori A., Scipione 1904-1933, Roma 1985
Appella G., Scipione 306 disegni, Roma 1984
Bentivoglio M., La Collezione Astaldi, Roma 1971
Bucarelli P., Mostra di Scipione alla Galleria Nazionale d'Arte Moderna, Roma 1954