nell'angolo inferiore destro: G. de Chirico
La tempera su cartone raffigura una Natura morta con cinque mele dalla volumetria dilatata che campeggiano in primo piano, mentre si apre sullo sfondo un paesaggio arido e montuoso, visibile dietro un pesante sipario grigio alzato sulla sinistra. Il titolo dell'opera, vita silente, si rifà proprio al nome con cui i tedeschi definiscono la Natura morta, Stilleben, cioè appunto vita silenziosa, un termine che de Chirico in un articolo comparso nel 1934 (citato da Bergamini Reale 1998) dichiarò di preferire di gran lunga a quello italiano, perchè lo trovava molto più bello e molto più giusto per definire la vita calma e silenziosa degli oggetti, che si esprime attraverso la forma, il volume. Negli anni Trenta perciò l'artista torna a indagare la natura nei suoi elementi, come affermò del resto Carlo Carrà davanti a tre Nature morte dell'artista esposte nella Galleria Milano nel 1931, con le quali secondo lui de Chirico espresse il suo bisogno di ritornare al reale (citato in Bergamini Reale 1998). Sotto il profilo stilistico e tipologico l'opera di Udine si può avvicinare alla Natura morta con mele di Collezione Cerasi, del 1931 (cfr. Fagiolo dell'Arco - Rivosecchi 2007).
Bergamini G./ Reale I., La Collezione Astaldi Capolavori italiani del Novecento, Milano 1998
Bergamini G., Da de Chirico a Morandi Capolavori del Novecento dalla collezione Astaldi e dalla Galleria d'arte Moderna di Udine, Milano 1994
Bentivoglio M., La Collezione Astaldi, Roma 1971
Fagiolo dell'Arco M./ Rivosecchi V., Scuola romana e Novecento italiano Una collezione privata Collezione Claudio e Elena Cerasi, Milano 2007