in basso a destra: De Pisis 29
L'opera fa parte di un nucleo di dipinti, disegni e stampe che furono di proprietà dell'ingegner Roberto Ruini ed entrarono nelle raccolte civiche con il nome di Collezione Ruini-Zacchi. Gli eredi dell'ingegner Ruini donarono tale collezione all'associazione "La Nostra Famiglia" dalla quale il Comune di Pordenone con un contributo della Regione la acquistò attraverso un iter iniziato nel 2000 e concluso nel 2002. Le opere della collezione, già in comodato presso il museo, vennero presentate al pubblico nel 1999 con una mostra a Pordenone. Tema ricorrente nella ritrattistica di De Pisis, il giovane dai tratti efebici è presente in due disegni della collezione Ruini (cfr. D 3339), che pur eseguiti a distanza di un ventennio presentano caratteri simili: accentuazione della bocca e degli occhi, grandi e dalle ciglia marcate. Il titolo dell'opera, riportato da un cartellino della Galleria del Naviglio, testimonia che esso fu eseguito durante un passaggio veneziano dell'artista, probabilmente durante l'estate, prima delle vacanze trascorse a Cavalese (cfr. Del Puppo, La collezione Ruini, 2003, p. 38).
Collezione Ruini, La collezione Ruini per la galleria d'arte moderna, Trieste 2003