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recto, in basso a destra: CASA LITTORIA - TRIESTE. VISTA DEL PODIO SALONE / DECORAZIONE DELLA PARETE DI FONDO IN PIASTRE DI / CERAMICA SMALTATA O MOSAICO. SCALA 1:20
recto: Claris XIX
Il bozzetto è rifinito solo sulla parte sinistra con tempere bianche, nere, grigie e porporina, mentre la parte dx, simmetrica alla precedente, è semplice mente eliografata. Il cartone rappresenta una aquila littoria stilizzata : il corpo al centro è visto frontalmente con il muso visto di profilo dx, a i lati le ali sono disposte frontalmente con simmetria bilaterale. Le penne delle ali reggono un cartiglio che ricade quasi in linea retta sulla par te bassa del corpo del rapace. Questo regge con gli artigli un fascio littorio. Il fondo è costituito da tessere dorate con una ramo d'alloro disposto simmetricamente nella parte inferiore. Rispetto ai toni dorati, grigio, nero e grigio usati nell'aquila risaltano i toni rossi del cartiglio e del fascio littorio.
Il bozzetto fu destinato a decorare il salone principale della Casa Littoria di Trieste realizzata in largo Oberdan nei primi anni Quaranta da Umberto Nordio e Raffaello Battigelli. Il progetto ebbe molte versioni e fu realizzato con vicende tormentate in modo non conforme ai disegni; il bozzetto fu realizzato da Marcello Claris, decoratore e grafico pubblicitario attento a una stilizzazione, che si avvalse di elementi cubisti e futuristi. Il disegno rappresenta un 'aquila littoria ad ali spiegate rappresentata secondo le vedute principali, il rapace regge con le zampe un fascio littorio e con le ali un cartiglio che doveva essere decorato con una iscrizione . Quest'ultima secondo Claris si sarebbe dovuta realizzare in rosso e avrebbe dovuto contenere "molto probabilmente i nomi dei caduti triestini per la causa Fascista" (ASM, b. 73, part. 1, lettera di M. Claris ad A. De Marco, Trieste 20 settembre XIX-1941). La scritta non era stata comunque precisata ma Claris si impegnò a fornire a tempo debito "il tipo di carattere e il motto stesso (lettera di M. Claris ad A. De Marco, Trieste s.d.). Il fondo fu invece cambiato rispetto all'idea iniziale che prevede va una seri e di "scudetti squadristi molto radi (lettera di M. Claris ad A. De Marco, Trieste 20 settembre XIX-1941). Marcello Claris aveva attenta mente progettato anche i colori: "per l'aquila una tinta neutra, per il fondo un'ocra chiara e per il nastro una tinta paglierina. Forse sarebbe opportuno il fa scio d'oro e pure d'oro un alone che circondi l'aquila frammisto alle tessere del fondo". Il pittore suggerì di tenere su toni bassi il colore del r amo d'alloro ai piedi dell'aquila, restando indeciso sul c olore del fascio "perché sta bene così com'è oppure in giallo oro" (lettera di M. Claris a d A. De Marco, Trieste s.d.). Il pittore Marcello Claris aveva partecipato a molte decorazioni di edifici triestini edificati dal fascismo insieme a Carlo Sbisà, Ugo Carà e Achille Funi. In particolare si possono ricordare le decorazioni pirografate su legno per la sala dedicata alle repubbliche marinare italiane per la Mostra del Mare di Trieste del 1935. Una certa semplificazione cartellonistica, particolarmente efficace per gli intenti decorativi compare infatti anche in questa decorazione che, a parere del pittore, "lineare com'è, non presenta difficoltà per la realizzazione" (lettera di M. Claris ad A. De Marco, Trieste 20 settembre XIX-1941). Dalla documentazione d'archivio si desume che Marcello Claris spedì parecchi altri bozzetti oltre a questo, l'unico conservato. In particolare il cartolare ricorda un disegno in scala 1:50, inviato a Spilimbergo il 20 settembre 194 1 insieme alla richiesta del preventivo. In un primo momento Claris si disse pronto a recarsi di persona a Spilimbergo per seguire la realizzazione dei lavori, mentre il preventivo era sottoposto all'attenzione dell'architetto Battigelli, collaboratore di Nordio che seguiva i lavori. Il cartone era stato pensato per un mosaico da applicare sulla parete di fondo "del s alone delle adunate della costruenda Casa Littoria di Trieste" tanto da costituire un notevole "vantaggio pubblicitario" per la stessa scuola. In un a lettera non datata il pittore avvertiva la scuola che la sala era quasi tutta bianca, ad eccezione di una zoccolatura inferiore in legno noce, e molto vasta tanto che la parete di fondo con il mosaico costituiva l'unica nota di colore. Marcello Claris si rivolse alla Scuola di Spilimbergo su indicazione dello Studio Stuard, dove lavora va Augusto Cernigoj che fu assi duo collaboratore della scuola mosaicisti. Anche il pittore Marcello Clari s lavorava per la ditta Stuard e nell'ottobre 1941 ebbe l'incarico di eseguire una decorazione nella sala da pranzo dell'albergo San Giorgio di Roma , dove ebbe modo di osservare con ammirazione il mosaico in tessere marmoree disegnato da Augusto Cernigoj e realizzato dalla Scuola di Spilimbergo nei mesi di aprile e maggio 1941 (b. 7 3, part. 1, lettera di M. Claris ad A. De Marco, Roma 1 ottobre XIX-1941). Claris decise dunque nel bozzetto triestino di sostituire le tessere in smalto con il marmo, un materiale "semplicemente bellissimo [...] senza trascurare poi il fatto che il costo sarebbe parecchio minore". Richiese i n particolare dei campioncini di tesser e di colore bruno, nero, giallo, grigio simili a quelle del fondo del san Giorgio che aveva tanto ammirato. Suggerì di limitare l'uso delle tessere in smalto solo a qualche elemento della composizione, in particolare alle scritte. Anche il Direttore artistico della scuola Fred Pittino, successivamente ringraziato per il suo interessamento dal Claris, concordò per la realizzazione del mosaico in marmo "perché così si possono ottenere delle tonalità più calme e perciò più consone all'ambiente" (lettera di A. De Marco, Spilimbergo 14 luglio 1942). (segue in OSS)
Ernesto Mitri, Ernesto Mitri Graffiti e decorazioni, Pasian di Prato (UD) 2000