cartone, Coppens Leo, XX

Oggetto
cartone
Soggetto
san Matteo evangelista
Autore
Coppens Leo (1909/ 1995)
Cronologia
1961
Materia e tecnica
carta/ matita, penna, pittura ad acquerello
Misure
cm - altezza 28, larghezza 19
Codice scheda
D_1523
Collocazione
Spilimbergo (PN)
Scuola Mosaicisti del Friuli
Galleria e archivio Scuola Mosaicisti del Friuli
Iscrizioni

Il bozzetto rappresenta l'Evangelista San Matteo consigliato dall'angelo. E' acquerellato con una tecnica impressionista, definita "tachiste" dall'autore, basato sulle tonalità azzurre su larghe campiture bianche. Le ali dell'angelo sono marroni e contrastano con le punte color cobalto.

Il bozzetto, raffigurante San Matteo e l'Angelo, fa parte di una serie raff. Gli Evangelisti, che dovevano essere completati dall'immagine della Vergine "Protettrice delle Arti", pensata per essere posta al centro della composizione. Tale immagine non fu però mai eseguita. Altri bozzetti relativi agli Evangelisti e alla Vergine, opera di Leo Coppens, sono stati scheda ti con i nn. 129-129.04 dell'inventario generale, dove compare anche il cartoncino di cm149x100 raffigurante La Vergine, l'unico a non essere stato tradotto in mosaico. Il cartone raff. La Vergine compare con il n. inventario 173 nell'Elenco dei cartoni e bozzetti. A questa prima serie di bozzetti tratteggiati a matita si affianca questa seconda serie cui appartiene il bozzetto schedato. Questi cartoni hanno dimensioni maggiori (149 x100) d ella precedente e sono eseguiti ad acquerello policromo su cartoncino con una stesura divisionista. Ogni evangelista è raffigurato con una tonalità cromatica pastello predominante e diversa per formare un insieme d i macchi e di colore. Fu Gian Paolo Fabretto a segnalare a Gino Serena, vicepresidente della scuola di Mosaico, il nominativo di padre Leo Coppens, monaco agostiniano e insegnante nei collegi dell'ordine, che si era fatto conoscere con i cartoni per i mosaici della chiesa di Santa Rita da Cascia a Milano (ASM, b. 82, part. 2156, lettera di G. Serena a L. Coppens, Spilimbergo 1 7 febbraio 1961). Padre Leo Coppens non aveva nulla di pronto nel suo studio e accettò di eseguire per la scuola dei cartoni a soggetto religioso concedendo alla scuola tutti i diritti di riproduzione a condizione di ripor tare la firma dell'artista in calce alle opere e di restituire all'autore i cartoni (lettera di L. Coppens a G. Serena, Gand, 17 febbraio 1961). Il frate chiese una ricompensa in natura: l'invio di una quantità di tessere marmoree e vetrose, necessarie per poter riprodurre il cartone. Solo nel 1 962 furono inviate a Leo Coppens le tessere in smalto veneziano, ordinate alla ditta miranese Ugo Donà (lettera di L. Coppens a G. Serena, Bouge le Nameur, 15 giugno 1962; lettera di S. Giacomello a U. Donà, Spilimbergo 6 luglio 1962). Il bozzetto acquerellato di San Matteo fu spedito insieme a quello di San Giovanni il 16 marzo 1961 e furono considera ti dall'autore già dei cartoni definitivi: questi giunsero a Spilimbergo il 25 marzo 1963 (lettera di G. Serena a L. Coppens, Spilimbergo 25 marzo 1961) e i due bozzetti furono accompagnati da uno schizzo d'insieme a china su lucido, per fornire la successione dei bozzetti, al centro dei quali si sarebbe dovuto porre un cartone con la Vergine, che Leo Coppens intendeva eseguire compatibilmente ai suoi impegni senza alcun esborso finanzia rio a carico della scuola. Esiste anche un cartoncino a tempere colorate raffigurante San Matteo di 149x100, sul cui verso si legge a matita la destinazione "Mostra internazionale d'Arte Sacra - Trieste / Cartoni dei 4 Evangelisti / 1960-196 1". Il san Matteo doveva essere il terzo degli evangelisti e il disegno a china è uguale al bozzetto acquerellato, fatta eccezione per la scritta verticale "S. MATTHEUS EV" posta nell'angolo sinistro in alto, assente nel bozzetto. Per quanto riguarda la realizzazione, padre Leo Coppens diede ampia libertà ai mosaicisti di variare le tonalità cromati che base, di accentuare i dettagli o di semplificare il fondo riducendolo a sfumature di colore. L' autore scrive infatti che la scuola doveva interpretare i bozzetti e non l imitarsi ad eseguirli in modo pedissequo (lettera di L. Coppens a G. Serena, Gand 17 marzo 1961). Anche in un'altra lettera Leo Coppens ribadì che bisognava abbandonare nella riproduzione un eccessivo realismo, dovuto alle inevitabili durezze nell'uso del carboncino e del colore nei bozzetti, per cercare "una semplificazione o stilizzazione" atta al mosaico (lettera d i L. Coppens a G. Serena, Gand 29 marzo 196 1). Il frate dal canto suo consigliava di mescolare nei fondi tessere marmoree e vitree, secondo una tecnica volta ad esaltare luci ed effetti luminosi molto usata dall'artista. Secondo Leo Coppens si doveva ricercare u n equilibrio tra le varie figure non solo su base ritmica e chiasmica, ma anche per quanto riguarda la raffigurazione dei particolari che potevano essere aggiunti o tolti a condizione di rispettare l'equilibrio compositivo. L'artista lasciò invece ampia libertà ai mosaicisti sia nella forma, sia nelle dimensione della incorniciatura. Lo stesso Leo Coppens annotò infatti sullo schizzo a china che accompagnava i bozzetti che il bordo o semplicemente il tratto ingrossato sarebbero stati eseguiti a discrezione e nelle forme volute dalla scuola. Anche le scritte potevano essere inserite verticalmente nel mosaico o orizzontalmente nella parte bassa, secondo la soluzione preferita. In particolare la figura di San Matteo e di San Luca sono messe in corrispondenza ritmica binaria. (segue in OSS)

BIBLIOGRAFIA

Ernesto Mitri, Ernesto Mitri Graffiti e decorazioni, Pasian di Prato (UD) 2000