recto, in alto a destra: Zigaina '66
Lucido per un pannello musivo collocato nella Scuola media "G. Ellero" di Udine raffigurante "La Vita". Ripetizione in sequenza, come in una pellico la cinematografica, dell'immagine di una madre stesa che solleva il suo piccolo.
Negli anni Sessanta Zigaina collaborò frequentemente con la Scuola Mosaici sti realizzando cartoni per mosaici collocati in alcune scuole di Udine, G rado (Ud), Pordenone e Modena. Il lucido schedato si riferisce ad un pan ne llo musivo collocato nella scuola media "G. Ellero" di Udine. Il pittor e, in occasione del Concorso per Opere Artistiche da collocarsi nella sudd ett a scuola, ideò una serie di quattro mosaici, di mq 18 l'uno, da colloc are in altrettanti corridoi dell'edificio scolastico. Le opere furono comm issi onate alla Scuola Mosaicisti dal pittore stesso, in nome del Comune d i Udi ne, che stanziò un importo di £ 1.400.000 (ASM, b. 86, part. 98, let tera d i Giuseppe Zigaina al direttore della Scuola Mosaicisti, Cervignano del Fr iuli, 20 ottobre 1966 e fattura della Scuola Mosaicisti n.4/68 del 10 genn aio 1968). Una volta realizzati i dipinti, Zigaina disegnò i luci di ad ess i relativi ed in seguito i maestri mosaicisti eseguirono i mosai ci con tes sere di calcari rifusi e paste vitree, applicate direttamente s u lastre di eternit, poi assemblate sulle pareti. In linea con l'evoluzion e artistica di Zigaina, i mosaici, nelle tonalità dominanti del verde e de l giallo, d enotano accenti informali e materici: ciò rivela il distacco d el pittore d alla corrente del Neorealismo cui aveva aderito in precedenza . Il primo de i quattro mosaici, "Il sogno genera i mostri", in un'atmosfe ra da incubo, allude al torpore, all'indifferenza, alla scarsa vigilanza d egli uomini su l proprio destino, motivi che possono portare alla barbarie e alla guerra. Sono ritratte figure dormienti in un grande interno, con u n braccio sul v olto in gesto ripetuto. Il secondo mosaico, "Apocalisse", rappresenta inve ce una fucilazione in un campo di concentramento. In alto a destra suona u na fanfara: un groviglio di ottoni e di uomini scheletri ti. In basso a sin istra la follia: cataste di occhiali, di scarpe, di den tiere. Lo stesso Zi gaina sottolineava: "Niente gusto macabro: tutto deve essere raccontato qu asi con affettuosa dolcezza". Il terzo pannello, inti tolato "Ancora Speran za", raffigura, come in una sequenza cinematografica , la metamorfosi di un a ceppaia uomo, dalla morte invernale al germoglio. E' la storia del salic e friulano che la scure dell'uomo non isterilisce mai. L'ultima opera, int itolata "La Vita", rappresenta invece la vita che si rinnova: in un grande interno una figura di donna solleva il suo bambi no in atto di gioia. Ziga ina concepì i quattro mosaici come quattro episo di di un'unica storia, che per lui era "la nostra esperienza di uomini mat uri degli anni sessanta, c he deve essere trasmessa (sostanziata dalla nos tra passione e dalla nostra critica) alle nuove generazioni". Intese crea re delle opere che entrasse ro subito a colloquio con i giovani, "un collo quio tuttavia mediato da una cultura moderna oltre che dal sogno e dalla f antasia" (cfr. la spiegazion e delle opere fatta dallo stesso Giuseppe Zig aina, riportata in Comune di Udine, Concorso Opere Artistiche Scuola Media "G.Ellero").