cartone, Bierti Francesco, XX

Oggetto
cartone
Soggetto
barca a vela e cavalluccio marino
Autore
Bierti Francesco (1901/ 1999)
Cronologia
1936
Materia e tecnica
carta applicata su cartoncino/ pittura a tempera
Misure
mm - altezza 750, larghezza 550
Codice scheda
D_1454
Collocazione
Spilimbergo (PN)
Scuola Mosaicisti del Friuli
Galleria e archivio Scuola Mosaicisti del Friuli
Iscrizioni

Su un fondo celeste chiaro, attraversato in alto da nuvole punteggiate di bianco e di rosa, sono rappresentati a sinistra il profilo di un cavalluccio marino e al centro la prua di una nave con lo spinnaker gonfiato dal vento. Il cavalluccio marino dalla linea sinuosa è risparmiato sul fondo del cartoncino come la nave, il cui spinnaker è decorato da un solo rosso.

Il cartone raffigura un cavalluccio marino e una nave con lo spinnaker rigonfiato dal vento: soggetti marini decisamente poco comuni nell'opera pittorica dell'artista gemonese. Secondo Franca Merluzzi si potrebbe ritener e un bozzetto preparatorio per manifesti per la III Mostra del Mare a Trieste del 1936. Francesco Bierti aveva infatti partecipato al concorso per i manifesti con vari bozzetti. Quello schedato è inedito e mai menzionato dal le fonti, che ricordano invece un "cartellone" raffigurante "il motivo sti lizzato del delfino cavalcato da un genietto alato, riprodotto nell'ara romana del duomo di Gemona" (Merluzzi 1996, p. 139). Nello stesso 193 6 Francesco Bierti, che si firmava "Cesco Bierti", partecipò ad un altro concorso per manifesti: "Visitate il Lido". Non è ben chiaro come il cartone sia pervenuto alla Scuola di Mosaico, poiché il pittore negava pervicacemente di aver mai fornito cartoni alla scuola. Forse il tramite tre Bierti e la scuola del mosaico fu il pittore Fred Pittino, che ne fu direttore dal 194 1 al 1945 e vi collaborò dal 1948 al 1962. Durante il soggiorno milanese (1929-1933) Francesco Bierti frequentò infatti per diversi mesi l o studio d i Pittino, dove praticò le prime esperienze pittoriche. Il cartone si può inserire nel periodo di Bierti influenzato dal chiarismo lombardo di cui riprende alcune caratteristiche: "lo schiarimento del tono, l'atmosfera lieve e sfuggente, l'eliminazione delle ombre e del chiaroscuro, una sognante delicatezza del colore (Merluzzi 1996, p. 48). Il cartone fu esposto a Spilimbergo nel 1990 e Giancarlo Pauletto lo definisce "nitidamente disegnato e ben accordato nei toni chiari", rivelando l'intenzione di fare non "una pittura da "tradurre" in mosaico", ma invece "di pensa re, attraverso il cartone, il mosaico stesso, che rimane il fine vero del lavoro" (Pauletto 1990, p. 13). Chi redige la scheda non è tuttavia d'accordo con tale interpretazione poiché il cartone si avvicina più alla pittura che al mosaico, una tecnica che il pittore nega di aver praticato. Il cartone non è documentato nell'archivio della scuola, segno che non fu m ai realizzato in mosaico.

BIBLIOGRAFIA

Ernesto Mitri, Ernesto Mitri Graffiti e decorazioni, Pasian di Prato (UD) 2000

Merluzzi F., Francesco Bierti. Le opere 1935-1982, in Francesco Bierti pittore. Il sogno di una vita, Tavagnacco (UD) 1996