Il bozzetto raffigura un episodio della Via Crucis; "L'incontro con la Veronica". Lo sfondo è solo parzialmente dipinto: pennellate a tempera d'un c olore bianco metallico sono infatti profuse a tesseratura esclusivamente intorno alle figure selezionate, per definirne l'aurea e verificare la sintonia cromatica tra soggetto rappresentato e fondo. L'enorme croce portata in spalla da Cristo divide diagonalmente il bozzetto in due piani, senza delimitazioni di spazio e di tempo, per concentrare l'attenzione sulla drammaticità della rappresentazione sacra. Sullo sfondo s'intravede un centurione romano in procinto di colpire il Cristo con la frusta. In primo piano le figure sono disposte a tre quarti: a sinistra, viene ritratta Veronica in ginocchio con il velo in testa e tra le mani il sudario su cui sono rimasti effigiati i tratti somatici di Gesù sofferente. A destra si colloca, invece, la figura impietrita di Cristo che porta la croce in spalla. La Veronica e Gesù sono rappresentati con tuniche metalliche dal drappeggio sin tetico e tagliente con tocchi di luce e zone d'ombra costruite per masse. L'insieme della rappresentazione è dipinta con tecnica divisioni sta a imitazione della tesseratura del mosaico.
Il bozzetto raffigurante "L'incontro con la Veronica" fu realizzato dall'artista triestino Augusto Cernigoj nel 1936 su proposta del direttore della Scuola del Mosaico, Antonio Baldini, con il quale aveva instaurato, già d a un anno, un rapporto di amicizia e di stima per il confronto personale sul piano didattico oltre che artistico. I suggerimenti tecnici del Baldini guidarono Cernigoj nella realizzazione dei bozzetti raffiguranti tutti gli episodi della Via Crucis, di cui "L'incontro con la Veronica" rappresenta un campione della serie: "Poiché ha usato il sistema divisionista puntinato, anziché ad impasto, il fondo della carta viene ad avere un valore importantissimo di massa. Tutto l'insieme degli interstizi tra pennellata e pennellata viene a formare una massa di colore reale che influisce a dare un'intonazione voluta al cartone e il mosaicista sarebbe costretto ad impostare una tinta analoga in tutte le zone delle tinte locali e a tenere tutte le gamme di tinte locali tendenti a quella intonazione piuttosto che alla reale pigmentazione di colore, segnata nelle singole zone col pennello. ...Per bandire equivoci e interpretazioni musive artificiose meglio tener e come fondo il cartoncino grigio caldo" (lettera di Baldini Antonio a Cernigoj Augusto, Spilimbergo, 24 dicembre 1936, b.71, part. 99 ). Il lavoro n asce in risposta a un'importante commissione fatta alla Scuola Mosaicisti del Friuli dalla ditta "Firma David & Martina", impresa di Terrazzo e Mosaico, attiva a Enschede, in Olanda: proprietario della ditta è il signor Giobatta Martina "che da vari anni si sforza di introdurre e valorizzare in Olanda il mosaico friulano... per lui si fa, per campione , una Via Crucis in smalto veneziano" (lettera di Baldini Antonio al cav. prof. Someda, direttore del Civico Museo di Udine, Spilimbergo, 23 giugno 1937, b.71, part. 99). I primi "quattro bozzetti con disegno dei quattordici riquadri di Via Crucis del professor Cernigoj" furono mandati in visione al committente nel corso dei primi mesi del 1937: Martina li trovò "bellissimi e anche al gusto di qui" (lettera di Martina Giobatta a Baldini Antonio, Enschede, 18 febbraio 1937, b.99). Anche se realizzati in mosaico non furono venduti a d alcun cliente. Le Via Crucis vengono ordinate dalla ditta "Firma David & Martina" su commissione di un Parroco di Enschede, che le deve collocare "a tre metri dal suolo ... subito sotto le vetrate decorative, in cui predomina il colore blu-porpora, giallo e verde chiaro" (lettera di Martina Giobatta a Baldini Antonio, Enschede, 3 aprile 1937, b.99). Il soggetto, secondo il Martina, deve avere "figure espressive", m a evidentemente svincola te dal gusto moderno per il "deforme" e per la sintesi compositiva, visto che in una nota specifica che"... i bozzetti del professor Cernigoj sono ... meno fortunati ..., speriamo in un'altra occasione" (lettera di Martina Giobatta a Baldini Antonio, Enschede, 3 aprile 1937, b.99). Sarà, infatti, il pittore udinese Saccomani a realizzare un cartone per Via Crucis, i cui moduli compositivi tradizionali incontreranno il favore del committente e porteranno in porto l'affare: il Baldini gli ha consigliato, infatti, "tipi pittorici primitivi, ... sull'esempio del Morgari, ... o della statuaria e del ritratto romano, ... con scena semplice e severa" (lettera di Baldini Antonio al pittore Saccomani, Spilimbergo, 17 aprile 1937, b.99). Nel delineare i soggetti Cernigoj supera gli schemi tradizionali vincolati al genere sacro. Fa rivivere le scene con intima adesione e le reinventa in modo del tutto personale, con narrazione evidente e sintetica e con tratti incisivi del disegno per trasmettere i l senso di profonda drammaticità che caratterizza la vita dell'uomo. Del resto lo stesso incontro tra la Veronica e Gesù Cristo, anche se essenziale, privo di atmosfera paesaggistica e coreografica, rivela una profonda intimità nell'incrociarsi degli sguardi dei due protagonisti.