verso: Prof Tramontin
Inquadrati da un'apertura rettangolare di un vano, si dispongono sul ripiano in primo piano vari oggetti, definiti nei contorni e chiaroscurati: a sinistra un fiaschetto occupa per intero lo spazio dell'apertura in altezza e si antepone ad un busto classico in bilico su una pila di libri disordinatamente distribuiti; a destra altri tre libri di dimensioni diverse si addossano alla parete e sembrano sostenere una mensola esterna su cui si collocano un pettirosso, un piatto di vetro e una bottiglia. Alle loro spalle, un teso telo verde chiaro, a sinistra, e uno color sabbia molto drappeggiato, a destra, circoscrivono al centro uno scorcio della città, costruito con impalpabili tinte pastello: si scorgono uno svettante campanile e qualche albero in fiore. Sull'infisso di sinistra è appeso a un chi odo un "block notes". Gli infissi fanno da cornice ai soggetti illustrati e si contraddistinguono per la modalità pittorica adottata: pennellate con stesura divisionista con toni dall'azzurro tenue al grigio, al bianco, che sono ripetuti sulle pareti interne del particolare del vano rappresentato.
Collocato temporalmente fra la fine degli anni sessanta e l'inizio degli anni settanta, il cartone porta la firma dell'illustre incisore e pittore friulano Virgilio Tramontin, vicino alla Scuola del Mosaico di Spilimbergo per il sodalizio di amicizia e di stima che lo legò al direttore Severino Giacomello. Per piacere personale e per confrontarsi con un'arte e una tecnica singolare come quella musiva, Tramontin regalò alla Scuola del Mosaico vari bozzetti e cartoni per dimostrare una volta in più l'affinità compositiva che può instaurarsi tra un artista moderno e i mosaicisti esecutori del pannello musivo. La composizione qui illustrata rappresenta, solo apparentemente, un soggetto tradizionale e consueto collocabile tra una rappresentazione di natura morta e di una veduta su un paesaggio locale. In realtà l'artista recupera con personale e originale logica compositiva e rappresentativa, alcune familiari immagini della memoria, connesse al la propri a terra natale e alle sue tradizioni (il campanile di San Vito al Tagliamento, città in cui Tramontin è nato, e il fiaschetto di vino) e alle propri e passioni (il busto antico, emblema della storia dell'arte, e i libri, depositari di cultura). Usa anche una strategia compositiva intrigata da un tocco di magia surrealista: infatti sottopone il fruitore a u n senso di spaesamento per effetto di un'insolita costruzione spaziale che induce ad un a ambiguità interpretativa del soggetto e ad uno scollamento dalle leggi d ella realtà fisica (il riquadro che contiene gli oggetti può essere interpretato come una cornice dipinta di una tela o come davanzale con vista sul la città; prospettive e spazi sono irregolari e falsati; quasi sospeso nel vuoto il busto classico e la mensola "esterna" con uccello, piatto e bottiglia; i tre libri a sinistra sono in equilibrio precario quasi fosse assente per loro il piano del davanzale che sostiene invece il gruppo dei tre libri a destra). Il cartone intenzionalmente pensato c me schema per mosaico, fu preso come esempio di pittura per interpretazione musiva, con la firma di un pittore artista non riconosciuto come mosaicista, ma noto per le soluzioni estremamente raffinate e preziose nel campo dell'incisione. "Scansia con libri" fu infatti tradotta in pannello musivo nei laboratori della Scuola dagli allievi provetti mosaicisti ed è tuttora appeso lungo le pareti del corridoio interno della Scuola Mosaicisti di Spilimbergo. Altri cartoni di Tramontin furono utilizzati come saggi didattici nel corso degli anni: tra questi si ricordano "Insegna di Farmacia" (reg. 1, part. 6) e "Canestro con uova" (reg. 1, part. 1712) tradotti in pannelli di smalto e marmo negli anni Cinquanta. Un cartone raffigurante un atleta fu invece tradotto in un pannello musivo collocato nella palestra Comunale di San Vito al Tagliamento.