Noi usiamo i cookies
Questo sito NON utilizza alcun cookie di profilazione. Le informazioni raccolte attraverso i cookies di tracciamento e performance non identificano alcun visitatore individuale. Se vuoi aiutarci a garantire un servizio migliore premi il pulsante [Accetta], altrimenti scegli [Rifiuta]. Per maggiori informazioni leggi l'informativa estesa sull'uso dei cookie.
recto, registro superiore a sinistra: Tredolo (moderna)
verso, registro mediano a sinistra: Baseglia/ (700)
verso, registro mediano a destra: Baseglia (700)
verso, registro inferiore a sinistra: Baseglia/ ottocento/ (frontone)
recto, registro superiore in mezzo: Tredolo
recto, registro superiore a destra: Tredolo 700
recto, registro mediano a sinistra: Tredolo
recto, registro mediano a destra: Tredolo
recto, registro inferiore a sinistra: Tredolo/ (700)
recto, registro inferiore a destra: Tredolo/ (700)
verso, registro superiore sulla metà sinistra: Tredolo (moderno)
verso, registro superiore a sinistra: Tredolo
verso, registro inferiore al centro: Baseglia/ (moderno)
verso, registro inferiore a destra: Baseglia / 700
Sono disegnati particolari decorativi delle tavole dei ballatoi, timpani in legno, portoni in legno, stipiti in pietra lavorata di portoni ad arco e finestre, aperture ad arco in case di muratura. Il foglio è tagliato in modo irregolare sul margine sinistro. E' disegnato sul recto e sul verso.
Il disegno fa parte di una serie di rilievi, eseguiti dal vero, in cui Giuseppe Barazzutti raffigurò particolari costruttivi delle case fornesi, soprattutto i profili e i trafori delle tavole che formano i ballatoi in legno, ma anche come in questo caso portoni in pietra, finestre incorniciate in pietra e grate in ferro battuto. Come scrive Franca Merluzzi (Merluzzi, 1994, 110) il foglio contiene più disegni disposti ordinatamente i su tre registri: sette sul recto e sei sul verso. Accanto ad ognuno Barazzutti annotò la frazione in cui aveva eseguito il disegno, in questo caso Tredolo e Baseglia. L'epoca di esecuzione dei manufatti oscilla tra il Settecento, per i più antichi, e il periodo "moderno". Alcuni dei disegni furono riutilizzati nei dipinti e nei bozzetti ma l'accuratezza del rilievo e la sistematicità dell'indagine, come scrive Franca Merluzzi fanno pensare che l'artista fosse animato da un preciso intento di documentazione etnografica da mettere in relazione con le ricerche intraprese in Carnia da Michele Gortani per costituire il Museo delle Arti e Tradizioni popolari di Tolmezzo. Le tavole piatte dai bordi sagomati formano i parapetti dei ballatoi che mettono in comunicazione le scale con gli ambienti e servono anche per essiccare foraggi e cereali. (Gortani, 1965, 48) Le tavole sono sagomate con profili diversi e sono accostate strettamente tra loro, fissate ad in castro sulla base e sul corrimano. In tal modo si evidenziano i vuoti, formati dal vario accostarsi dei profili, e si forma un disegno ornamentale che sembra traforato. Accanto ai motivi decorativi delle balaustre Barazzutti definisce con precisione anche i terminali delle stanghe e le tavole sagomate che reggono i ballatoi. Il secondo schizzo in alto precisa la con figurazione delle scale esterne che mettevano in comunicazione i ballatoi. Il disegno si differenzia dagli altri rilievi per l'attenzione posta nel raffigurare un portone d'ingresso in pietra lavorata a bugne, una finestra chiusa da una semplice grata in ferro e il particolare di una casa in muratura ad archi, secondo una tipologia frequente nell'alta val Tagliamento. Il disegno presenta alcuni schizzi anche sul retro dove sono raffigurati i motivi decorativi formati dalle tavole dei ballatoi lignei, ma anche il timpano in legno, decorato con semplici trafori, che chiudeva il sottotetto di una casa di Baseglia e il portone con serratura in legno posto all'ingresso delle scale esterne di una casa di Tredolo. Alcuni disegni sono datati all'inverno 1928 altri all'inverno 1929, si propone di datare tutti gli schizzi tra il 1927 e il 1929, ipotizzando che l'esecuzione sia stata coeva anche a quella dei dipinti e dei bozzetti. I disegni sono stati schedati da Franca Merluzzi con i numeri 5.21 nella sezione 5. Disegni e studi per vedute e paesaggi del catalogo della mostra di Sauris. Nonostante manchi la firma, l'attribuzione a Giuseppe Barazzutti è assolutamente certa poiché si conoscono le circostanze in cui l'opera è entrata a far parte della collezione e le note sul disegno sono di pugno del pittore, come conferma il proprietario Silvano Crapiz.
Giuseppe Barazzutti, Giuseppe Barazzutti. La bottega d'arte, Mariano del Friuli (GO) 1994
Merluzzi F., Pitors a Glemone, in Glemone, Udine 2001
Merluzzi F./ Bucco G., Il gemonese Giuseppe Barazzutti veratile artista tra sacro e profano, in Ce Fastu?, Udine 1993, n.1, LXIX