verso, ripetuta due volte: 3243
Su uno sfondo di cielo grigio-azzurro si staglia un tronco d'albero nodoso, ricoperto nella parte superiore da foglie d'edera e con alcuni sottili rami, spogli e scheletrici. L'albero affonda le sue radici dalle ampie ramificazioni in una zolla di terra con sassi, ciuffi d'erba e piccoli fiori bianchi sparsi qua e là. Nello sfondo a destra un declivio collinare con alcune casette bianche.
Emerico Schiffrer, nato a Lubiana nel 1875, si trasferisce presto a Trieste dove si impiega alle Poste, avendo come collega Arturo Fittke con il quale stringe amicizia. Autodidatta, si forma studiando gli impressionisti francesi e i romantici tedeschi. Esordisce tardi, solo nel 1931 in alcune mostre collettive. L'artista, come è evidente in questo disegno, predilige raffigurare paesaggi con cipressi, tronchi d'albero nodosi e spogli, zolle erbose, muretti di pietra. Egli si avvale di una tecnica particolare: usa la matita di grafite e le matite colorate unite ai pastelli ad olio e un punteruolo di legno per le raschiature e così facendo dà vita a dei paesaggi indagati fin nel minimo particolare, con minuzia rappresentativa. Attraverso la raffigurazione iperrealistica del dato naturale l'artista immerge i suoi paesaggi in un'atmosfera sospesa, di sapore surreale.