disegno, Grünhut Isidoro, XIX

Oggetto
disegno
Soggetto
ritratto d'artista: Adolf Pichler
Autore
Grünhut Isidoro (1862/ 1896)
Cronologia
1882 - 1884
Materia e tecnica
carta gialla/ matita di grafite
Misure
mm - altezza 265, larghezza 205
Codice scheda
D_502
Collocazione
Trieste (TS)
Palazzo Revoltella
Civico museo Revoltella. Galleria d'arte moderna
Iscrizioni

Il giovane raffigurato, dal volto largo e dagli zigomi sporgenti, con baffi e pizzetto appena accennati e capelli bruni con scriminatura centrale, è seduto a gambe divaricate su una sedia tiene la mano destra posata sulla gamba destra e si appoggia con il braccio sinistro allo schienale, guardando pensieroso davanti a sé. Indossa un completo scuro e si intravvede il collo della camicia chiara.

Grünhut, triestino di nascita, inizia la sua carriera artistica da autodidatta e fin dagli esordi mo­stra una particolare inclinazione per il ritratto, caratterizzato sempre da una attenta e scrupolosa aderenza al vero. È sfruttato per queste sue capacità innate da una specie di impresario che lo fa lavorare, appena sedicenne, in varie città italiane come Milano, Firenze, Roma. In seguito frequenta l'Accademia di Venezia, sotto la guida del Molmenti, e completa la sua prepara­zione a Monaco dal 1882 al 1884, aprendo uno studio con alcuni suoi amici triestini fra cui Umberto Veruda e Carlo Wostry. Più tardi si trasferisce a Firenze, dove rimane fino alla morte. Il disegno è un bell'esempio della ritrattistica del Grünhut, che coglie il suo personaggio con immediatezza e grande realismo, tratteggiandolo con segni rapidi e sferzanti di matita, ora brevi e sintetici come nella resa. delle mani, ora uniti in un fitto tratteggio obliquo per la realizzazione dell'abito e dei capelli, ora minuti e puntigliosi per cogliere i dati somatici del volto, di forte intensità espressiva. Importante è per il Grünhut, negli anni in cui frequenta l'Accademia di Monaco e tra il 1882 e il 1884, l'influenza del pittoricismo di marca impressionista di Lavis Corinth e Max Slevogt, suoi compagni di studio all'Accademia monacense. L'effigiato è probabilmente Adolf Pichler (Ungheria 1835-Monaco 1905), pittore di soggetti storici, di genere e ritratti, attivo a Monaco e presumibilmente conosciuto dal Grünhut durante il suo soggiorno nella città bavarese, nel 1882-84. Si può perciò ipotizzare che il disegno risalga proprio a quegli anni.