in basso a destra: S.N° 23/34
in basso a destra: 98
A sinistra satiro seduto presso un grande orcio; al centro: una figura femminile semi-sdraiata vicino a un bimbetto seduto, visto di spalle. Sempre al centro, in secondo piano, un altro bambino con un ariete. A destra, accanto a un albero frondoso un'altra figura femminile che si abbasso verso la precedente a cercarne protezione e conforto e, in basso, un cane accucciato dormiente. Prevalgono le figure a solo contorno; tratteggio rado e grosso. Penna color seppia su carta sottile.
Il disegno sembra rimandare all'ambiente di Sebastiano Ricci, se non, più indietro, a quello di Giulio Carpioni. Al Carpioni (Venezia 1611-Verona 1674) rimanda innanzi tutto per il tema. Innumerevoli sono infatti le opere del Veneziano che presentino satiri, ninfe, divinità agresti, etc. Inoltre i putti sono molto simili, e così pure le altre figure, per le pose dei corpi, e anche i volti femminili, quasi perfettamente ovali con un'espressione come di stupore. A sinistra nel disegno un grande vaso con ansa ricurva ricorda quello molto simile di numerosi quadri del Carpioni. Si vedano per confronti più puntuali il Baccanale di Darmstadt (Pilo, fig. 63) l'Allegoria della Prudenza di Vicenza (Pilo, fig.76) e L'offerta a Venere di Belluno (Pilo, fig.100). Il bozzetto presenta però affinità anche con l'opera di Sebastiano Ricci (Belluno 1659-Venezia 1734), il quale a sua volta in alcune opere aveva guardato al Carpioni. In particolare si veda la tela udinese Famiglia di Satiri (Rizzi, n.59), cui questo disegno si avvicina soprattutto per il taglio della composizione e la distribuzione delle figure. Un'attribuzione a Sebastiano Ricci è possibile, ma resa piuttosto dubbia dal segno un po' duro, soprattutto nel tratteggio, quale di solito non si trova negli schizzi del maestro
Maestri pittura, I maestri della pittura veneta del '700, Milano 1973
Pilo G.M., Carpioni, Venezia 1961