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La ruota è formata da diversi elementi. Al centro c'è il mozzo, un cilindro di legno tornito, rastremato alle estremità dove sono presenti 2 anelli di ferro di rinforzo per parte, per impedirne la rottura. Il mozzo ha un'anima di ferro cilindrica, chiamata #boccola#, che scorre nel perno nel carro, ad esempio, e che presenta un dentino che si incastra nel mozzo per fissarla. Dal mozzo partono 10 raggi di legno a sezione ovale che, prima dell'innesto nel mozzo, si allargano per assumere una forma troncoconica. I raggi, a gruppi di due, si innestano nei 5 settori chiamati gavelli, sempre in legno, realizzati con le dime. In corrispondenza dei giunti interni è presente una staffa metallica tenuta in posizione da un bullone passante che irrigidisce il giunto della ruota. I dadi di fissaggio sono quadrati ed esagonali. Il cerchio esterno, in acciaio montato a caldo, ha le estremità unite per bollitura.
Le ruote solitamente avevano 10 o 12 raggi: nei carri agricoli, le ruote a 10 raggi erano quelle anteriori, mentre quelle a 12, più grandi, erano le posteriori. Le ruote a 10 raggi venivano utilizzate anche per gli aratri. I gavelli venivano realizzati con le dime (confrontare ad esempio la schede 19473). La bollitura è un'operazione di unione di due pezzi di ferro surriscaldati che, sovrapposti e uniti a una piastrina disossidante (che impediva l'ossidazione delle estremità), venivano battuti in modo da fondersi. Nel Museo di Farra sono presenti le attrezzature del falegname carraio Redento Tolloi (1891-1960) di Ronchi dei Legionari (per informazioni consultare la scheda 19221). Sarebbe plausibile pensare che i mozzi e la ruota fossero suoi, ma non rientrano nella lista dei beni dati prima in comodato e poi venduti al museo.
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