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Recipiente di vetro soffiato verde chiaro, con numerose bollicine d'aria, di forma quasi completamente conica. Il foro alla sommità è tappato con del vetro fuso. Nella parte bassa il vetro si ripiega e rialza verso l'interno per poi poggiare su un cilindro forato alla base.
L'inventario di Giovanni Cossar attesta che il vaso era sostenuto da un apposito supporto, probabilmente di ferro, ma egli non specifica l'uso al quale era destinato. La forma peculiare del recipiente fa pensare che si tratti di un acchiappamosche (moscaiola), in cui gli insetti, attratti da zucchero o da un liquido dolce, entravano attraverso il foro in basso. Una volta dentro, non ritrovavano la via d'uscita e si sforzavano invano di volare verso l'alto. Si veda l'affinità con l'acchiappamosche di vetro dello stesso Museo, esposta nella sala della Cucina friulana (scheda 6265).
Cossar R. M., L'industria del vetro nell'alto Goriziano, in Archeografo triestino, Trieste 1926, XIII