Si tratta di porzioni superstiti dell'area verde e dell'edificato (ninfeo) di un complesso padronale non più presente, edificato tra il 1748 e il 1756 per mano dell'architetto Nicolò Pacassi, commissionato da Sigismondo Attems ed eretto in un luogo rialzato prescelto dallo stesso.
La sontuosa villa, che riportava in facciata la data 1748 e il cui progetto fu affidato a Nicolò Pacassi, sorgeva in una posizione leggermente rialzata rispetto alla riva sinistra dell'Isonzo, alle pendici del Monte Calvario, nel luogo appositamente scelto da Sigismondo Attems. L'edificio venne quasi completamente distrutto durante la battaglia dell'Isonzo nel 1915-16 e i ruderi furono demoliti per motivi di sicurezza prima della Seconda Guerra Mondiale. Il complesso padronale era composto da un corpo centrale sopraelevato con due lunghe ali laterali e da due barchesse, a un solo piano, che chiudevano in una pianta ad "U" il giardino leggermente ascendente. All'interno un unico salone, a due piani, era accessibile da un imponente doppio scalone esterno, con basamento in bugnato. La facciata centrale, con la parte centrale, più larga, timpanata, non aveva grande rilevanza plastica ed era tripartita con lesene doriche che terminavano con una grande trabeazione decorata e cinque obelischi. Le finestre erano decorate con cornici e importanti cimase triangolari ed arcuate, alternate, che proseguivano anche sulle finestre un po' più piccole del primo piano delle ali laterali. Nelle barchesse, poste perpendicolarmente alla villa e di cui non si sa con certezza se facessero parte del progetto originario del Pacassi, si trovavano la capella e le scuderie a destra e le cantine a sinistra.
Ville venete, Ville venete: la Regione Friuli Venezia Giulia, Venezia 2005