L’edificio si sviluppa su due piani fuori terra. L’impianto tradizionale della villa fu di fatto spogliato di decorazioni, limitando i riferimenti storicisti alla sola posa di due colonne classiche in pietra bianca, una in corrispondenza del terrazzo che protegge l’ingresso e l’altra a reggere la copertura della grandeterrazza del primo piano. In questo progetto Ado Furlan cercava di semplificare il linguaggio dell’eclettismo pordenonese a favore di una nuova spartana semplicita delle facciate. Questa modestia decorativa e il principale carattere della villa che invece non presenta novita d’impianto. L’ingresso era posto al centro e distribuiva le stanze da soggiorno al piano terra con il vicino studio, mentre una scala a vista sul corridoio conduceva al primo piano. I fori erano di tipo tradizionale, rettangolari al piano terra, a tutto sesto quelli del primo. Il progetto si adeguera alle prescrizione della Commissione allineandosi alle ville dei Savio e dei Toscano sul fronte.
Nel 1937 Antonio Toffoli decise di costruire la propria abitazione lungo via Monterale, affidandone il progetto allo scultore Ado Furlan L’abitazione ripercorreva i temi della casa unifamiliare su lotto libero, che stavano di fatto costruendo l’immagine di questo settore della citta. Il lotto acquistato dai di Montereale tra l’omonimo viale e via del Fante era ampio e permetteva una serie di affacci, esaltati con una veranda semiesagonale e con i portici che avevano il compito di legare l’interno con l’esterno.
L’abitazione venne costruita con una struttura portante in muratura di mattoni pieni intonacata e segnata in occasione dei fori con elementi decorativi, cornicioni e bifore, in malta cementizia.
Pordenone Novecento, Pordenone Novecento. Guida alle architetture, Pordenone 2016