Villa Pitter, Pordenone

Localizzazione
Pordenone (PN)
Oggetto
villa
Denominazione
Villa Pitter
Autore
Ambito culturale
ambito friulano
Uso storico
residenza
Uso attuale
residenza
Codice scheda
A_9236

Al piano terra,sul fronte si rintracciano la tripartizione d'impianto, con salone d’ingresso profondo e interrotto a metà da due colonne libere, che conduceva alla scala principale; ai lati erano ospitate due grandistanze da soggiorno e la sala da pranzo collegata alla cucina; sul retro sono collocati i servizi e la seconda scala, che collegava la zona delle cucine e della servitù con il primo piano. Questa complessità funzionale definisce volumi semplici trattati con un apparato decorativo castigato. Il piano terra è caratterizzato da un basamento in intonaco inciso a fasce. Al di sopra della copertura si erge una torretta che con la sue aperture cercava di intercettare il paesaggio circostante. La Wittmann nel maggio del 1934 ampliò l’edificio sul lato ovest della casa.

Pompeo Pitter presentò nell’aprile del 1925 una richiesta al Comune per «costruire un fabbricato per uso abitazione proprio sul terreno denominato Braida Martello nella parte prospiciente via Damiani». In questo modo per la prima volta si andavano a intaccare i profondi lotti della colonizzazione medievale di Corso Garibaldi. Via Giovan Battista Damiani definiva il confine tra i campi recintati delle braide e quelli aperti ancora inedificati. Il progetto fu presentato dalla moglie di Pompeo Pitter, Gisella Wittmann, e fu firmato dal fratello Antonio che era ingegnere. Per la costruzione e i dettagli di finitura i Pitter coinvolsero l’architetto Domenico Rupolo come direttore dei lavori.Il primo impianto della villa completato nel 1926, fu ampliato sul lato ovest della casa nel maggio del 1934 su volontà dalla committente Wittmann.

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BIBLIOGRAFIA

Pordenone Novecento, Pordenone Novecento. Guida alle architetture, Pordenone 2016

Dove si trova