La chiesa, orientata est-ovest, sorge su sedime alla quota di campagna, in prossimità della strada che collega Valvasone a San Martino al Tagliamento. L’edificio è costituito da un’aula rettangolare sulla quale si innesta, separato da uno spazio interposto tra due archi trionfali (uno a tutto sesto e l’altro a sesto acuto), il presbiterio quadrato, di altezza e larghezza maggiori rispetto all’aula, che costituisce il corpo primitivo della costruzione. Anteposto al prospetto principale vi è un portico, a pianta rettangolare, sorretto da due robusti pilastri angolari, di cui quello di destra leggermente svasato. La copertura è a tre falde con travature lignee e manto in coppi laterizi. Sul fianco settentrionale, addossata al presbiterio, trova posto la sacrestia, a base rettangolare e di volume ridotto, con tetto a tre falde. Incorporata all’edificio, tra aula e presbiterio, sul fianco destro, è presente la torre campanaria, a fusto quadrato, con monofore con arco a tutto sesto e copertura a quattro falde in coppi. La facciata, a capanna, presenta una partitura semplice con la porta principale rettangolare con piedritti, il cui intradosso è decorato con piccoli fiori, e architrave, con modanatura aggettante, in pietra. A destra, vi è una finestra rettangolare, con cornice lapidea, a sinistra è visibile un lacerto di affresco. Al di sopra del portale è stata collocata nel 2015 una epigrafe per celebrare il cinquecentocinquantesimo anniversario dell’ampliamento della chiesa. Nel prospetto meridionale, nel corpo principale dell’edificio (su cui sono ancora visibili lacerti di affresco), vi sono una finestra con arco a tutto sesto e due sottili aperture a feritoia, chiuse da una lastra di alabastro; nel presbiterio una finestra trilobata allungata e nel fusto del campanile un’altra finestra trilobata, di dimensioni ridotte. Nel prospetto settentrionale, nella sacrestia, si apre un’unica finestra quadrata. L’interno presenta nell’aula una copertura a capriate lignee e cantinelle decorate sui bordi, nel presbiterio una volta a crociera in cotto, sostenuta da quattro costoloni incrociantesi in chiave, intonacata e affrescata. L’edificio è completamente intonacato all’esterno. Una cornice a dentelli in cotto corre nel sottogronda dei fianchi longitudinali dell’aula; un motivo in mattoni a grappolo d’uva decora le fiancate nord e sud del presbiterio. La pavimentazione, ripristinata in parte durante i restauri degli anni Ottanta del Novecento, è in piastrelle di cotto. L’interno della chiesa è abbellito da un vasto ciclo di affreschi, riferibili ad epoche diverse (dal XIV al XVI secolo). L’aula conserva ancora una buona parte dell’originaria decorazione tardo trecentesca costituita da una fascia continua di affreschi con figure di Santi (sul lato sinistro) e storie di San Giacomo, una Madonna con il Bambino tra i santi Giovanni Battista e Paolo e una Madonna del latte (sul lato destro). Il presbiterio è rivestito da un ricco ciclo di affreschi eseguito da Pietro da San Vito nel 1515 con immagini degli Evangelisti, dei Padri della Chiesa, dei Profeti, degli Apostoli, di Santi e Sante, la rappresentazione del Giudizio Finale (sulla parete di fondo), di due episodi della Passione di Cristo e della vita e del martirio dei due apostoli Filippo e Giacomo. Anche la piccola nicchia situata alla base del campanile è decorata da affreschi attribuiti ad Andrea Bellunello e realizzati intorno al 1480, che raffigurano una Vergine seduta in trono tra i santi Sebastiano e Rocco, due angeli cerofori ed un clipeo con la “dextera Dei” benedicente ed altri motivi simbolici.
Gli scavi archeologici compiuti durante i lavori di restauro negli anni 1983-1987 hanno smentito le ipotesi che attribuivano la costruzione della chiesa dedicata ai Santi Filippo e Giacomo ad epoca remota. Il corpo centrale dell’attuale edificio di culto risale al XIII secolo: il tipo di muratura, le due aperture a feritoia, la tomba altomedievale (forse del IX-X secolo) cui si sovrappongono i muri perimetrali dell’aula verso il lato sud-ovest, determinando il troncamento del cadavere all’altezza delle ginocchia, e gli affreschi tardo-trecenteschi sono tutti elementi che contribuiscono a precisare il periodo di edificazione della chiesa. La costruzione era costituita da un vano rettangolare con abside semicircolare esterna e, forse, sul colmo della facciata, piccolo campanile a vela. Nel 1367 e negli anni successivi, come testimoniano alcune fonti documentarie per altro frammentarie, la chiesa viene ristrutturata con l’innalzamento dell’aula, il rifacimento del tetto, la modifica dell’abside - ricostruita probabilmente in forma quadrata -, l’aggiunta o la riedificazione del campanile a vela e la costruzione di un portico antistante l’edificio. Tra il 1465 e il 1469, anno di consacrazione della chiesa, (le due date sono visibili in due epigrafi: una sul fianco sud dell’abside, all’esterno, sotto la cornice del tetto, e l’altra all’interno dell’arco trionfale) la costruzione viene ampliata con l’edificazione del presbiterio quadrato, preceduto da un doppio arco trionfale, e la realizzazione di un campanile a torre. Il rinnovamento non interessa l’aula preesistente, che quindi mantiene inalterate le sue dimensioni: questo potrebbe spiegare la presenza di due archi trionfali e la soluzione adottata per raccordare i due corpi dell’edificio tramite un elemento costituito dalla base della torre campanaria. La piccola nicchia che in essa si apre, intorno al 1480, viene decorata con affreschi attribuiti comunemente ad Andrea Bellunello. Il 19 luglio del 1489 la chiesa, come testimoniano le fonti documentarie, viene consacrata una seconda volta. Nel 1515 tutta la zona absidale viene decorata con un ciclo unitario di affreschi eseguiti da Pietro da San Vito. Nel corso della visita pastorale del 1584 il vescovo Nores dispone che venga costruita una nuova cappella, sul lato sud dell’aula, in modo da poter degnamente collocare l’altare della Madonna. Da una fonte documentaria dello stesso anno sembra di poter evincere che la disposizione non rimanesse disattesa; permangono, comunque, dei dubbi riguardo alla data dell’effettiva costruzione della cappella, che taluni studiosi collocano nel XVII secolo. Nel 1639, addossata al lato settentrionale, viene aggiunta la sacrestia. Nella prima metà del Settecento, in due distinti momenti (1714-1715 e 1732) gli affreschi che decorano il coro vengono ripristinati e restaurati, prima ad opera del pittore Valentino Belgrado di Lestans e, poi, di maestro Domenico, coadiuvato da maestranze milanesi. Altri interventi di rilievo vengono compiuti nella chiesa nel corso del Novecento. Nel 1954 l’edifico è sottoposto ad un restauro radicale volto alla conservazione del bene ed al ripristino delle forme ritenute originarie, ma riferibili al XVII secolo: viene abbattuta la cappella laterale, vengono demoliti gli edifici rustici, pericolanti, addossati all’abside, vengono rifatti il tetto e gli intonaci, vengono restaurati gli affreschi dell’abside. Il terremoto del 1976 danneggia gravemente la chiesa, che versava già in cattive condizioni a causa dell’incuria in cui era lasciata, nonostante pochi decenni prima fossero stati eseguiti lavori di restauro consistenti. L’edificio presentava delle fessurazioni diffuse, lo stacco delle pareti di fondo dell’abside e della facciata, il cedimento delle murature in corrispondenza della torre campanaria, il danneggiamento della copertura, il degrado degli intonaci interni ed esterni e della pavimentazione. I lavori di restauro, realizzati tra il 1983 ed il 1987, vengono eseguiti in due fasi: prima con il consolidamento statico delle fondamenta, delle coperture e della torre campanaria, poi con le opere di completamento e finitura. Anche gli affreschi, l’altare e le statue vengono restaurati. Recentemente, nel mese di maggio del 2017, sono iniziati i restauri degli affreschi dell’aula e del presbiterio; la loro conclusione è prevista nella prima metà del 2018.
Edificio ad aula rettangolare con presbiterio quadrato e sacrestia rettangolare; muratura in elevazione mista intonacata; tetto dell'aula a capanna, del presbiterio e della sacrestia a tre falde, manto di copertura in coppi laterizi. Presente un portico, sorretto da pilastri angolari, con travature lignee e manto di copertura a tre falde in coppi. Incorporata all’edificio, tra aula e presbiterio, sul lato destro, torre campanaria in muratura mista con monofora.
San Martino al Tagliamento. La chiesetta dei Santi Filippo e Giacomo ad Arzenutto, San Martino al Tagliamento/ Trieste 1993, Relazioni, 9
Marchetti G., Le chiesette votive del Friuli, Udine 1972