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Il fabbricato fa parte di gruppo di sette edifici bifamiliari, quattro dei quali realizzati secondo la configurazione architettonica definita "Tipo A" e tre "Tipo B". "Le case sono caratterizzate dal tetto ad una falda e costruite su "palafitte", in un linguaggio che rifiuta il dialogo con l'architettura locale. Critico verso il consiglio di "trarre ispirazione architettonica da stili locali", D'Olivo allega alla relazione progettuale una fotografia di Buia per "dimostrare l'inesistenza di una tradizione architettonica regionale" nel territorio comunale. Le sette case bifamiliari, sebbene distanziate tra loro, sono concepite come un'unica schiera. Nella loro disposizione appaiono come il frammento di un più ampio disegno urbano." da "Il piano Fanfani in Friuli" F. Luppi e P. Nicoloso, Editrice Leonardo 2001