Edificio di XVI secolo, in muratura continua di pietrame intonacato con volte al piano seminterrato e solai lignei ai piani superiori. L'impianto è tipolgicamente veneziano, con salone centrale e stanze laterali, con pentafora sul prospetto principale che caratterizza il piano nobile. L'ingresso è laterale e lo scalone è ricavato in un corpo aggiunto. Attualmente è sede udinese della Società Filologica Friulana. L'edificio presenta un'architettura di facciata molto equilibrata e con particolari decorativi che possono essere ricondotti allo stile 'lombardesco'. L'edificio presenta una pianta di forma regolare con duplice accesso sul fronte strada; uno spostato a sinistra rispetto all'asse centrale e uno dislocato sul lato orientale cui si accede dal confinante ingresso comune del Palazzo Chizzola e che conduce al vano scale. L'edificio è a due piani più sottotetto, la copertura del tetto è a padiglione. Il prospetto principale, suddiviso in due zone orizzontali da una cornice marcapiano, presenta le aperture al piano terra disposte con ritmo sincopato ma in modo rigorosamente simmetrico rispetto all'asse centrale, esaltato da una rara pentafora con balconcini. La partitura simmetrica delle aperture è contraddetta dal portale ad arco decentrato frutto evidente di una manipolazione successiva. Sotto le finestre centrali del primo piano, risalta un interessante bassorilievo cinquecentesco in pietra. Le fondazioni sono in pietra; la struttura portante in laterizio; i solai in travi di legno; le parti complementari in pietra.
Nel 1492 il palazzo venne ceduto alla famiglia Filettini da Nicolò Vanni degli Onesti, passando successivamente (nel 1543) a Giuseppe Manin. Poco dopo (nel 1560) l’immobile passò, portato in dote dalla figlia Faustina, a Pietro Mantica, di famiglia di origine lombarda, trasferitasi a Udine al seguito dei Torriani. Con i Mantica si ha il rinnovamento architettonico dell'edificio, che assume le forme attuali. Il palazzo giunse a Emilia, ultima discendente di Nicolò Mantica, che nel 1890 sposò il conte Andrea Caratti, lasciando l'immobile alla figlia Maria Teresa che, nel 1966, lo vendette alla Società Filologica. A seguito dei sismi del 1976, l’edificio venne sottoposto ad un primo intervento di restauro, terminato nel 1986. Pregevole la facciata cinquecentesca, austera ed elegante, così come il piano nobile caratterizzato da una pentafora con due poggioli aggettanti alle estremità e una balaustra, a filo di muratura, al centro. All'interno si conservano elementi cinquecenteschi (frammenti di affreschi e un soffitto ligneo dipinto), tardo settecenteschi (motivi decorativi, cineserie) e ottocenteschi (affreschi al piano nobile). Al 2009 risalgono gli ultimi interventi di restauro e manutenzione straordinaria per rendere la struttura più funzionale e per recuperare nuovi spazi da dedicare ai depositi della biblioteca. L’edificio è vincolato con D.M. del 15 ott. 1951 ai sensi della L. 1089/1939.
Della Porta G.B., Memorie su le antiche case di Udine, Udine 1984-1987, I-II
Bartolini E./ Bergamini G./ Sereni L., Raccontare Udine Vicende di case e palazzi, Udine 1983
Pastres P., Palazzo Mantica a Udine, Udine 2015
di Brazzà R., Il recupero di Palazzo Mantica, in Sot la Nape, Udine 2013, 65-1/2
Tesori della Società Filologica Friulana, Udine 2008