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L’edificio sorge nel centro storico del Comune di Gorizia, entro la cinta fortificata di Borgo Castello. Lo stabile è collocato su un lotto in declivio e si presenta come un volume di tre piani fuori terra e un sottotetto abitabile, a cui viene aggiunto, a metà del Novecento, un nuovo corpo di fabbrica ad un piano, con una zona coperta a terrazza e un’altra zona sulla cui copertura viene realizzato un giardino pensile. La parte più antica dell’edificio è un tipico esempio di costruzione goriziana rinascimentale. Due facciate sono contraddistinte da sporti in muratura che si sviluppano verticalmente lungo il primo e il secondo piano. Sul tetto ligneo a due spioventi coperto in coppi sporge un abbaino ed emerge una decina di comignoli. Nella facciata rivolta a sud-est sono collocati l’ingresso architravato, finestre dalla cornice rettangolare al primo piano e arcuate al secondo. La facciata opposta, rivolta a nord-ovest, presenta delle bifore ad arco a tutto sesto sovrapposte, al primo e al secondo piano, con aperture ad arco e colonnina centrale. Sulla stessa facciata, a destra delle bifore, si estende l’aggetto verticale esteso fin quasi al sottotetto. Prima dei lavori di restauro e rifunzionalizzazione dell’edificio attualmente in corso, all’interno, al piano terra, si trovavano quattro sale del ristorante, connesse direttamente tra loro, senza corridoi o disimpegni. In una di queste c’era il “fogolar”, il classico focolare friulano; un’altra sala invece era connessa direttamente con il corpo di fabbrica più recente. Al primo piano, al quale si accedeva dal terrazzamento di più recente costruzione, si trovava un salone adibito a mostre, i servizi e un vano scale per l’accesso al piano superiore. Al secondo piano, c’erano due sale, i servizi e due vani scala, uno per l’accesso al piano inferiore e l’altro per il piano soprastante. L’accesso a questo piano poteva essere effettuato sia dall’interno sia dalla scala esterna sul terrazzamento di recente costruzione. Il piano sottotetto era adibito ad uffici. La tipologia costruttiva dell’edificio presenta una struttura a blocco con mura portanti in pietra e mattone pieno. Si sono conservati i pavimenti lucidi alla veneziana. Le pareti e i solai sono rivestiti con intonaco rasato a gesso. All’interno si segnala la presenza di tratti di affreschi del pittore Gino de Finetti (1877-1955).
L’immobile denominato casa Panizzolo-Morassi, meglio noto come ristorante “Lanterna d’Oro”, risale al Cinquecento. L'edificio, nel corso dei secoli viene più volte rimaneggiato e ampliato. Nonostante le distruzioni subite nel corso della Grande Guerra e i diversi restauri e ampliamenti, l’edificio conserva numerosi elementi originari. Numerosi sono inoltre le compravendite e i passaggi di proprietà. Nel Settecento è della famiglia Panizzolo e negli anni Venti del Novecento viene rilevato dai Morassi. Negli anni Trenta l’edificio viene acquistato dall’Amministrazione provinciale. Lo stesso ente proprietario esegue alcuni interventi finalizzati a trasformare l’edificio residenziale in ristorante. Il secondo conflitto mondiale interrompe i programmi della Provincia di Gorizia, che vengono rinviati nel dopoguerra. Posto sotto la tutela della Soprintendenza, nel 1951 vengono eseguiti dei lavori di ampliamento del piano terra, con l’aggiunta di un nuovo corpo di fabbrica a servizio dell’attività di bar e ristorante. Dal 1970 e fino a pochissimi anni fa lo stabile ospita il ristorante “Lanterna d’Oro”, gestito da Flavio Zollia (1934-2011).
Murature portanti in pietrame e mattoni, intonacate; al p. t. soletta a volte in muratura; orizzontamenti in legno; struttura di copertura in travi di legno e manto di copertura in coppi.
Tavano S., Il castello di Gorizia e il suo borgo, Trieste 1978